Soave

Soave, terra di storia e gusto

Soave è un piccolo borgo medioevale protetto da mura millenarie e da un castello costruito sulla sommità del Monte Tenda, dalle quali si domina la pianura circostante.
Ma non è sempre stato così: se avessimo visitato Soave 55 milioni di anni fa avremmo trovato una distesa oceanica sui cui fondali i vulcani sottomarini stavano lavorando per far emergere le Alpi.
Proprio grazie a questa genesi le colline di Soave sono speciali.

Romani, Svevi, Scaligeri, Veneziani e chissà quanti altri, hanno faticato non poco nei secoli per assumere il controllo di questo avamposto. Oltre alla posizione strategica, la sua ricchezza sono i vigneti che da tempo immemore ricoprono quasi interamente i morbidi pendii delle colline, affondando le radici nel generoso suolo vulcanico. La maestria delle genti di Soave ha poi saputo trasformare i frutti della Garganega e del Trebbiano in vini eleganti, dai sentori inconfondibili, celebri in tutto il mondo.

Del resto anche Dante Alighieri, che secondo la leggenda soggiornò al castello durante il suo esilio veronese, ebbe modo di apprezzare i vini di Soave. E secondo una filastrocca popolare sarebbe stato proprio Dante a dare il nome al paese:
” […] Quando il fiero ghibellino
Sorseggiò del nostro vino,
Disse allora in tono grave: Questo è un nettare Soave”.
Vini talmente famosi che in una sequenza del film “Il tempo delle mele 2” Claude Brasseur
(aka François Berreton, padre della protagonista Vic), seppur francese,
ordina con disinvoltura una bottiglia di Soave per accompagnare una cena al ristorante. Incroyable!